martedì 14 dicembre 2010

Muri umidi e umidità di risalita capillare, affioramento salino. Sistemi a base di malte ed intonaci deumidificanti

Formule e processi produttivi. Proprietà. Pregi difetti, sopravalutazioni e pubblicità fantascientifica. Nessun successo a Venezia …. perché ? Formulati ed aditivi di ultima generazione. La nanotecnologia applicata per la realizzazione di un intonaco veramente deumidificante. La superficie specifica e la idrorepellenza tanta teoria e pubblicità ma altrettanti insuccessi. Interviste ad un nutrito team di formulatori e produttori con oltre 30 anni di esperienza in campo. Il fenomeno dell’affioramento salino e la pressione di cristallizzazione. I consigli per fare un discreto intonaco deumidificante. Resistenza ai cicli ice – thaw. I solfati in formula. Le sovrintendenze ed il mito della reversibilità. Il successo si comincia a valutare soltanto dopo 5 – 10 anni. Esempi tipici di interventi in condizioni difficili. bobmad r&d lab

2 commenti:

  1. come cavolo si risolve il problema di umidità di risalita.Elettrosmosi, barre di carbonio taglio termico, orgonite, energie cosmiche ,malte cementizie etc etc. Qualcuno ponga fine alle diatribe.

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  2. La fine delle diatribe la crea la certificazione fatta da organi qualificati e notificati dal ministero. Quindi molto semplice, chieda ad ognuno di questi la certificazione di effettiva funzionalità del sistema o proposta di intervento. Ma attenzione certificazione fatta da un organo notificato e competente e non da un qualche ateneo con incluso professorino da ateneo compiacente come nel caso di qualche “sbarra” magica che va in giro per le sovrintendenze di tutta Italia (e non solo) a rubare i soldi dei contribuenti.
    Barre di carbonio mi sembra improbabile la efficacia a lungo termine anche se di tipo a rilascio chemio - conduttivo, taglio termico mi sembra uno spreco di energia anche se microventilato, malte se poi anche cementizie beh un insulto per questo blog.
    r.m.

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